METODI DI RAPPRESENTAZIONE: ASSONOMETRIA E PROSPETTIVA

 

 

Assonometria: metodo di rappresentazione tridimensionale di un oggetto, meno realistica della prospettiva, si esegue più rapidamente riportando le misure dell’oggetto sui tre assi che sono: altezza (asse z), larghezza (asse x), profondità (asse y).

 

A=Assonometria cavaliera E’ formata da un angolo di 90° e uno di 45° per posizionare l’oggetto. Le misure vengono riportate reali su x e z, mentre vengono dimezzate sull’asse y.

 

 

B=Assonometria isometrica E’ formata da angoli di 60°. Le misure vengono riportate in grandezza reale.

 

 

 

 

C=Assonometria monometrica E’ formata da angoli di 30° – 60° / 30° – 60°  che si alternano.

Come si può verificare, la rappresentazione dell’oggetto nei tre esempi risulta diversa.

 

 

 

Schema per rappresentazione prospettica

La prospettiva è quel mezzo espressivo che ci permette di rappresentare sopra una superficie piana (in azzurro) gli oggetti dello spazio in modo da riceverne un’impressione uguale a quella della realtà.

Il piano orizzontale PO è quello che contiene l’osservatore: immagina che la persona che guarda abbia i piedi sul piano PO e gli occhi dove leggi vista, cioè su un piano orizzontale parallelo a PO

Come puoi osservare, l’incrocio tra i due piani orizzontali e il piano verticale dà origine alla LT= Linea di Terra e alla LO= Linea d’Orizzonte.

Sul quadro prospettico azzurro vedi la proiezione dell’occhio che incontra la linea d’orizzonte: questo è il Punto di Vista, e da questo  riporti la distanza dell’occhio sulla linea d’orizzonte, come puoi vedere dal semicerchio che incontra la linea d’orizzonte nei punti D’  e  D” che si chiamano Punti di Distanza. Nella pratica, quando si esegue una prospettiva, i punti di distanza si stabiliscono a piacere.

In generale, nella prospettiva puoi decidere di collocare la Linea d’orizzonte all’altezza che desideri, cioè in alto se vuoi una visione aerea, a media altezza oppure in basso per avere uno scorcio (visione particolare). Anche il PV (punto di vista) può essere collocato a sinistra, al centro o a destra lungo la LO (linea d’orizzonte).

 


 

 

 

A=assonometria:  i lati dell’oggetto sono sempre paralleli.

B=prospettiva centrale: le linee orizzontali e quelle verticali si mantengono tali, mentre quelle di profondità si uniscono in un punto chiamato Punto di Vista.

C=prospettiva angolare: le linee verticali restano tali, mentre le altre si incontreranno in due Punti di Fuga distinti sulla linea d’orizzonte.

Esempio di prospettiva centrale di un cubo

Esempio di elementi verticali equidistanti in prospettiva centrale.

 

 

 

 

 

 

Il primo elemento verticale è reale e poggia sulla LT, linea di terra. I due estremi e la sua metà si uniscono con PV.

Il secondo elemento, che nella realtà dista come AB sulla linea di terra, si trova in prospettiva in AB’: il punto B’ si trova unendo B con D (punto di distanza). Si traccia la verticale.

Gli altri elementi in successione si troveranno unendo di volta in volta l’estremità superiore del precedente con una linea che passa per la metà del successivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COME DISPORRE GLI OGGETTI SULLA SUPERFICIE

Quando iniziamo un nuovo lavoro, spesso ci poniamo la domanda: “Dove posso sistemare gli elementi più importanti per dare risalto all’opera?”

La risposta è che non esistono collocazioni di preferenza, per cui la libertà creativa è massima. Tuttavia ci sono dei suggerimenti tramandatici dagli artisti del passato (Piero Della Francesca, Botticelli, Leonardo e molti altri), che hanno ottenuto risultati eccellenti utilizzando delle semplici regole che possiamo sfruttare per i nostri lavori.

Eccole.

a-utilizzo dei terzi verticali: in questo primo esempio lo spazio della superficie viene diviso in 6 parti. Ogni parte contiene la presenza di qualcosa che può essere o una forma o un colore o spazio. Si chiamano terzi perchè la lunghezza della superficie viene divisa in 3 zone verticali  tagliate da una trasversale posta al centro dell’altezza.

 

b-utilizzo dei terzi verticali e orizzontali: anche in questo caso ogni spazio della superficie deve contenere la presenza di un oggetto, ma i terzi sono in numero maggiore, per cui il risultato sarà più ricercato.

 

 

c-croce di Sant’Andrea: gli spazi sono più articolati e distribuiti variamente nella superficie; gli oggetti possono essere variamente distribuiti e il risultato visivo sarà più armonico ed elegante. Per ottenere lo schema, nel rettangolo l’altezza viene riportata su entrambi i lati più lunghi dove poi si uniscono i punti.

 

d-linee auree ottenute dividendo la lunghezza e la larghezza per il numero fisso 1,618: il punto E si trova dividendo la misura della base per il numero fisso. Allo stesso modo si trova il punto F. Da questi due punti si tracciano le parallele ai rispettivi lati. Questo schema è molto utilizzato, perchè i risultati sono immediati se gli elementi più importanti si collocano nelle adiacenze di queste linee, anche di una sola delle linee.

 

e-dal caso precedente si ricava lo schema seguente, più complesso e più ricco.

 

 

 

f-il rettangolo aureo partendo dal quadrato: si ottiene costruendo un quadrato con le diagonali e l’altezza passante per il centro; il punto medio di base E va unito col vertice C. La misura EC viene riportata col compasso  sul prolungamento della base e si ottiene il punto C’. Da questo si costruisce la perpendicolare e si ottiene il rettangolo che ha proporzioni perfette tra base ed altezza. Il rettangolo aureo è stato applicato dai Greci nella costruzione dei templi (se vuoi approfondire l’argomento vai su Internet  e cerca “sezione aurea”).

 

g-altro schema, più semplice e più intuitivo: per ottenere spazi armonici in un rettangolo, si traccia la sua diagonale e su questa si individuano dei punti dai quali si disegnano la verticale l’orizzontale.

 

 

 

LA COMPOSIZIONE

LA COMPOSIZIONE: comporre significa organizzare, mettere assieme, accostare, riunire figure, oggetti, colori, segni in un’immagine secondo criteri prestabiliti, che possono essere la simmetria, la asimmetria, il peso visivo, le linee direzionali e le forze visive.

 

 

 

 

 

Simmetria: quando in una superficie esiste un asse immaginario centrale, rispetto al quale le forme risultano disposte in modo speculare. L’asse di simmetria può essere verticale, orizzontale, inclinato nelle varie direzioni. La composizione dal punto di vista visivo risulta piuttosto chiusa e bloccata, a volte statica, anche se particolarmente decorativa

   Asimmetria: quando non esiste alcun rapporto di simmetria. La disposizione degli oggetti è molto variegata e non vi è alcuna corrispondenza tra gli elementi  della superficie. L’insieme risulta piuttosto libero, la superficie diviene dinamica senza essere condizionata da schemi che potrebbero irrigidirla.

 

 

 

 

 

Peso visivo: una forma grande (o un insieme di forme) “pesa” più di una forma piccola; una stessa forma “pesa” di più se collocata in alto a destra della superficie; un colore scuro “pesa” di più di uno chiaro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Direzionalità: in una composizione il predominio delle linee orizzontali su quelle verticali ci rivela una sensazione di quiete, di calma, di estensione spaziale e di piattezza; le linee inclinate diagonalmente  (a destra o a sinistra) suggeriscono sia il senso del movimento dinamico sia il senso di spazialità estesa verso l’infinito; le linee verticali suggeriscono forte senso di stabilità e spazialità ascensionale.

 

 

 

 

 

Esempio di linee orizzontali

 

 

 

 

 

 

 

 

Esempio di linee inclinate

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esempio di linee verticali

Le linee di forze visive:  sono utilizzate per mettere in evidenza un avvenimento importante che si vuole sottolineare attraverso la forma o il colore ovvero per evidenziare il pensiero dell’autore.